12 VOCI 2014 DEF 1

 

VOCI
Rivista di Scienze Umane

Direttore: Luigi M. Lombardi Satriani
Direttore: Antonello Ricci
Direttore: Antonello Ricci
Direttore Responsabile: Walter Pellegrini
Comitato Scientifico: José Luis Alonso Ponga, Jean-Loup Amselle, Marc Augé †, Antonino Buttitta †, Francesco  Faeta, Abdelhamid Hénia, Michael Herzfeld, Lello Mazzacane, Isidoro Moreno Navarro, Marino Niola, Mariella Pandolfi, Taeko Udagawa
Comitato di direzione: Antonello Ricci (coordinatore), Enzo Alliegro, Katia Ballacchino, Letizia Bindi, Laura Faranda, Mauro Geraci, Fiorella Giacalone, Fulvio Librandi, Maria Teresa Milicia, Rosa Parisi, Gianfranco Spitilli. 
Direzione e redazione: Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo “Sapienza” Università di Roma, Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma 
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Coordinamento editoriale: Marta Pellegrini
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Distribuzione: GRUPPO PERIODICI PELLEGRINI Via Camposano, 41 - 87100 COSENZA Tel. 0984 795065 - 0984 27229 – Fax 0984 792672
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Siti internet:   www.pellegrinieditore.it         www.pellegrinilibri.it

Registrazione n. 525 Tribunale di Cosenza Iscrizione R.O.C. n. 316 del 29-08-2001 ISSN 1827-5095 Abbonamento annuale € 40,00; estero E 87,00; un numero € 40,00 (Gli abbonamenti s’intendono rinnovati automaticamente se non disdetti 30 gg. prima della scadenza) c.c.p. n. 11747870 intestato a Pellegrini Editore - Via G. De Rada, 67/c - 87100 Cosenza I dattiloscritti, le bozze di stampa e i libri per recensione debbono essere inviati alla Direzione. La responsabilità di quanto contenuto negli scritti appartiene agli autori che li hanno firmati. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti.

Editoriale

 

Biblioteca
a cura di Rosa Parisi

 

Omogenitorialità: azioni, politiche e strategie europee per le famiglie arcobaleno
Fabio Corbisiero 11

Scelte di filiazione e nuove relazionalità. Riflessioni a margine di una ricerca sull’omogenitorialità in Italia
Simonetta Grilli 24

Growing up in alternative households within conventional families: same-sex couples and their children adjusting to the Portuguese heteronormative family
Margarida Moz 48

Processi di normalizzazione e regimi di verità. Raccontare la famiglia: note a margine di una ricerca sull’omoparentalità
Rosa Parisi 58

Le famiglie arcobaleno e l’omogenitorialità in Spagna: esperienze e sfide future
José Ignacio Pichardo Galán 79

Mille famiglie normali
Pier Giorgio Solinas 98

Orientamento sessuale e genitorialità: quale legame? Una rassegna delle ricerche psicosociali
Federica Spaccatini, Alessandro Taurino, Maria Giuseppina Pacilli 114

 

Passaggi

 

Due punti di vista su famiglia, sessualità, rapporti omoparentali: a colloquio con Éric Fassin e Anne Cadoret
Annamaria Fantauzzi 127

 

Miscellanea

 

John Wesley Powell e il Bureau of American Ethnology (1879-1902). Sulle origini dell’antropologia americana
Enzo Vinicio Alliegro 143

“Mamma compriamo i proiettili…” Il nazionalismo albanese e la poetica delle armi
Mauro Geraci 166

Aspetti della religiosità locale nel rione Testaccio a Roma: una ricerca antropologica e una campagna di catalogazione di beni culturali
Luciano Ledda 183

Disabili per chi? Un approccio antropologico alla disabilità
Gianfranca Ranisio 198

 

Camera oscura

 

Dalle parole alle immagini. Fotografie di Massimo Stefanetti nel manicomio di Perugia (1969)
Emma Tramontana 213

Fotografie
Massimo Stefanetti 227

 

Si parla di...

 

Natale tra i cipressi
Alessandra Gasparroni 263

Les traditions en Europe: modification, invention et instrumentalisation des traditions, XXVII Colloque Eurethno, Belgrado-Sirogoïno, 6-9 settembre 2013
Fiorella Giacalone 266

I femminielli napoletani tra realtà storica, immaginario e memoria
Luigi M. Lombardi Satriani 271

Antropologie visive online
Antonello Ricci 276

Santa Maria Francesca delle cinque piaghe. Da vergine “bizzoca” a santa della Famiglia e della Vita
Helga Sanità

La vite maritata di Baver: beni culturali demoetnoantropologici e vincoli
Roberta Tucci 287

 

Quotidianamente

 

Gli insulti a Bersani e gli stupidi pensieri 293

La verità sull’Olocausto non ha bisogno di leggi 295

Il nostro tempo una gara di volgarità 297

 

Recensioni 302

 

Notiziario 320

Monografica

Biblioteca

“Voci” si presenta puntuale ai suoi lettori, forte del prestigio e del consenso acquisiti in questi anni, mantenendo la struttura e le modalità volute già da alcuni anni dalla Direzione e dalla Redazione. Queste volta a volta scelgono la tematica che a loro avviso sollecita una particolare attenzione. Nasce così la parte monografica, curata via via da un componente della Redazione che, d’accordo con il Direttore sollecita gli studiosi che hanno mostrato interesse per l’universo problematico connesso alla tematica prescelta. Quest’anno si trattava della famiglia omogenitoriale vista nel processo di trasformazione delle relazioni parentali e sociali, affidata alla cura redazionale di Rosa Parisi, che l’ha svolta con quell’entusiasmo generoso e quel rigore che permeano i suoi numerosi scritti. È una tematica di indubbia rilevanza. Nel gennaio 2013, Antonio Marin, giudice di Miami (USA) ha risolto la controversia sull’attribuzione genitoriale, fra una coppia lesbica e un donatore gay, assegnando alla nuova nata tre genitori, due donne e un uomo: legalmente la bambina avrà due madri e un padre (“Il corriere della Sera”, 11 febbraio 2013). In tutte le epoche la forma di composizione e di articolazione delle relazioni primarie, che noi chiamiamo famiglia, ha sempre visto una pluralità di modelli (famiglie allargate, monogenitoriali, adottive). La realtà contemporanea non si caratterizza, quindi, rispetto alla pluralità dei modelli, ma rispetto alla velocità con cui i principi ritenuti alla base della famiglia (residenza, filiazione, condivisione di sostanze comuni, bi-genitorialità, principio eterosessuale) vengono trasformati, superati e messi in questione, in un’incessante opera di spostamento della frontiera della pensabilità, desiderabilità, giuridicità e riconoscibilità delle relazioni primarie in un modello coerente e coeso del “vivere assieme”. Le cause dell’attuale polverizzazione dei modelli familiari sono molteplici: precarizzazione lavorativa ed economica, trasformazioni demografiche, fra tutte la bassa natalità, cambiamenti della cultura della procreazione, trasformazione del nesso concepimento-gestazione-nascita, fino al limite della delocalizzazione dei fatti procreativi in corpi e nazioni diverse, démariage, trasformazioni del sistema di relazioni patriarcali, trasformazioni del sistema di welfare state sotto la spinta del neoliberismo, processi di globalizzazione e di transnazionalismo a livello familiare, ecc. Alcune di queste sono state anche ampiamente analizzate. I processi migratori e la precarizzazione del lavoro hanno rotto il vincolo tra famiglia e coresidenza, le tecniche di procreazione assistita e le forme di gestazione “per altri” hanno messo in questione il nesso fra sessualità/procreazione/filiazione, le stesse tecniche procreative insieme all’adozione hanno definitivamente messo in questione la dimensione naturale e biologica della parentela, l’ultimo dei principi che organizza le rappresentazioni e le pratiche della parentela, l’eterosessualità, è ora messo in questione dalle famiglie omosessuali. Molte delle legislazioni europee e internazionali riconoscono la legittimità giuridica di tali forme di famiglia, in Italia la dimensione ideologica assunta dal dibattito, che considera tale unione come qualcosa di “innaturale”, costituisce un ostacolo importante per il riconoscimento legale. Nonostante ciò, qualcosa sembra cambiare: in parlamento è in discussione la legge sulle unioni Gay della relatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà, nel mese d’aprile di quest’anno il Tribunale di Grosseto ha deliberato positivamente per l’iscrizione nel Registro di Stato Civile del Comune di Grosseto del matrimonio fra due uomini avvenuto nel 2012 a New York; nel mese di giugno la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di una coppia transessuale che aveva visto annullare il proprio matrimonio dopo il cambiamento di sesso del marito e il 30 giugno scorso il Tribunale dei Minori di Roma ha riconosciuto il diritto “nell’interesse del minore”, come si legge nella sentenza, della madre non biologica ad assumere il ruolo di genitore. Per la prima volta una bambina è ufficialmente e legalmente riconosciuta figlia di due donne. Anche in Italia si apre così la possibilità concreta della Stepchild adoption per oltre 400 famiglie omogenitoriali con più di 300 figli. La situazione italiana si presenta quanto mai complessa con un dibattito politico e sociale molto acceso e spesso una discordanza significativa fra l’orientamento delle scelte messe in campo in ambito politico e quelle in ambito giuridico. A fronte di tale complessità, in Italia, a differenza delle altre nazioni, in campo antropologico – non così in quello sociologico, giuridico, psicologico e pedagogico –, manca quasi del tutto una riflessione organica e avanzata in questo settore. La rivista “Voci” vuole quindi contribuire a colmare questo vuoto di dibattito proponendo una prima riflessione sul tema della famiglia omoparentale dedicando a esso, come già detto, la sezione monografica di questo numero dal titolo Frontiere mobili del cambiamento. La famiglia omogenitoriale nel processo di trasformazione delle relazioni parentali e sociali. La scelta è stata di aprire una discussione di tipo transdisciplinare e internazionale – in particolare con un confronto fra alcuni paesi dell’area meridionale dell’Europa (Italia, Spagna e Portogallo) – nel tentativo di cogliere le trasformazioni relativamente alla costruzione della genitorialità gay e lesbica, ai principi di filiazione e parentela, alla relazioni fra partner, alla dimensione del benessere psicologico dei bambini e alle politiche di welfare. La sezione vede articoli di taglio antropologico di Piergiorgio Solinas, che discute della normalità e dell’ambivalenza della normalità in tema di famiglia e parentela, di Simonetta Grilli sull’esperienza della genitorialità gay e lesbica in Italia, di Rosa Parisi sui regimi di verità e costruzione della genitorialità omosessuale in Italia, di José Ignacio Pichardo Galán sulla famiglia omogenitoriale in Spagna e di Margarita Moz su famiglia e omosessualità in Portogallo; un articolo di carattere sociologico di Fabio Corbisiero sulle famiglie arcobaleno e le politiche europee del welfare; per finire un articolo di carattere psicologico di Federica Spaccatini, Alessandro Taurino, Maria Giuseppina Pacilli sul benessere psicologico dei bambini cresciuti con genitori dello stesso sesso. Il numero attuale dedica allo stesso tema anche la sezione “Passaggi” con due interviste curate da Annamaria Fantauzzi con la collaborazione di Rosa Parisi. La sezione, dal titolo Due punti di vista su famiglia, sessualità, rapporti omoparentali: a colloquio con Éric Fassin e Anne Cadoret, ospita le interviste ai due studiosi francesi in particolare sul tema della démocratie sexuelle e le politiche di riconoscimento delle famiglie omoparentali in Francia (Éric Fassin) e su questioni di parentela e filiazione (Anne Cadoret). A queste parti comunque connesse al tema monografico si aggiungono come in ogni numero scritti su argomenti diversi presenti in “Miscellanea” e le fotografie di Massimo Stefanetti nel manicomio di Perugia (1969) pubblicate in “Camera oscura”. Mi piace continuare a rilevare che “Voci” sin dal primo numero ha dedicato una sua sezione alla Fotografia, di cui ha inteso la specificità di linguaggio. “Quotidianamente” riporta articoli apparsi sulla stampa periodica, testimoniando così l’utilità di un’antropologia del quotidiano, atta a illuminare meglio il significato di aspetti che cadenzano le nostre giornate e che rischiano di precipitare nell’oblio per l’inarrestabile fluire del tempo. Numerose recensioni e il “Notiziario” completano il numero. Chi ha l’onore di dirigere “Voci” non può che essere grato alla curatrice della parte monografica, agli autori di tutti gli scritti, alla Redazione, coordinata con impegno rigoroso da Antonello Ricci. Credo però che soltanto con il consenso di voi lettori, “Voci” può raggiungere i suoi obiettivi, che per noi sono motivo essenziale della nostra vita professionale e per la nostra stessa vicenda esistenziale, posto che l’età raggiunta conferisce distanza prospettica dai problemi minuti del tumultuare quotidiano e radicale tensione teleologica verso mete ideali che inverano la vita e le sue ineludibili trame.

FRONTIERE MOBILI DEL CAMBIAMENTO. LA FAMIGLIA
OMOGENITORIALE NEL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE
DELLE RELAZIONI PARENTALI E SOCIALI

a cura di Rosa Parisi

Passaggi

Miscellanea

Abstract
In recent years, gay people are adopting more visible and integrated behaviors and biographic strategies under different aspects of everyday life and within more inclusive territories, such as cities. One of the factors of change are the households and in particular the spread of the so-called “homoparenting families,” defined as one of several models of social life that make the concept of family today. Although sociological research about homoparenting is still rather limited, the topic appears to have a significant appeal in the public scientific discourse. This essay aims to re-read the debate on homoparenting, by comparing European countries and their strategies of access to welfare. In the context of contemporary Europe it is especially the so-called “rainbow cities” (Corbisiero 2013) that, within the multiple and contradictory processes of organization of Community policies, are developing strategies and tools to govern complex phenomena such as the rights of homofamilies. In the tangle of national and local circuits, and of the legislative and social differences, LGBT issues urge local governments towards the development of new tools of modernization and participation, resulting in the recognition of prerogatives (marriage, adoption, parenting) denied at the national level and supported at the local level.

Key words:

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Abstract
This essay is focused on the experience of gay and lesbian parenting in Italy, starting from the role of “Famiglie Arcobaleno” Association in the definition of the homoparenthood and the public legitimation of homoparental families. The homoparenthood will be analyzed through its two constitutive dimensions: the procreation process, on one side and the process of “kinning” of the new born child, on the other. Gay e lesbian people become parents making use of a variety of solutions to circumvent the structural infertility of homosexual couple like assisted reproductive technologies and various relational strategies, which makes evident the active role of the Association. The making of parent-child relationship by the homosexual couples is likely to create new forms of “relatedness” under many aspects unexpected such as the relation parents-donor or parents- carrier- children; the meaning of this novel relations is alway negotiated and is still to be fully investigated. The latter dimension involves the process of kinning through wich a newborn child is trasformed in a kin, in all respects, and is brought into a significant and permanent relationship within a wide group of people, that is expressed in a kin idiom.

Key words:

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Abstract
IAfter the approval of same-sex marriage in 2010, Portugal is currently the only country in which adoption is denied to the same-sex married couples. During the parliamentary discussion which led to the approval of the law, many were concerned with the implications it would have on the configuration of the Portuguese family, namely the possibility of these couples to raise children. And the well being of children is always the main argument used to prevent same-sex families to have access both to Assisted Reproductive Technology and adoptive children. Nevertheless, gays and lesbians, alone or in couples, keep on having children both biological and adoptive as neither single parent adoption is denied to them, nor are they kept from having it done elsewhere in Europe or in the US. Presently there is growing number of “rainbow families” in Portugal, struggling to get visible and legally recognised, which almost happened with the approval, on 17 May 2013, of a law allowing same-sex married couples to adopt their partner’s children (i.e. step-child adoption). However, in January 2014, the parliamentary majority party youth leader persuaded the majority to call for a referendum on the subject, which has revoked this law and postponed any decision on the matter. But who are these families and how do they live in a country that denies them their right to exist as they live, as the family they are?

Key words:

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Abstract
This article is based on ethnographic data derived from a research on same-sex families conducted in Rome. The first focus is on the role played by the link heterosexuality- procreation within the production of regime of truth and the processes of normalization of the family. The second concern is about the processes of construction of same-sex couples parenthood. The narrative about the birth, the representation of bodies, the private writings and the representation of genetic inheritance, are important aspects of the construction of gay and lesbian parenting, as well as the recognition of parenting agreement between biological and non-biological parent. The practices and family narratives are intertwined with forms of displaying where the public and social dimension of family do occur in the circulation of stories constructed according to the principles of “truth” and transparency. In this way, the public and private dimension of family they support and legitimize each other and are intertwined with the heteronormative regimes and family policies.

Key words:

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Abstract
The article begins with a socio-historical introduction to understand the situation of LGBT families in Spain. The statistics and studies about children living in these families are subsequently revised. The first part of the article concludes with a reflection on how rainbow families are being included under the umbrella of new models of families and family diversity. In the second part of the article, some of the challenges rainbow families are facing in Spain are considered. Even if the Spanish population is in general respectful to sexual diversity, homophobia is still present in the country. For example, besides the lack of social equality, there are some legal inequalities between heterosexual and same-sex couples. The search of a biological or genetic link with their offspring is also present among some LGBT parents in the form of what is called “genomania”, and the expectation of being good parents (sometimes even better parents) creates a burden for LGBT parents. Although rainbow families are diverse, schooling and the attention of sexual diversity is a major concern for most these families.

Key words:

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Abstract
The article focuses on the issue of normality, its forms and the ambivalence of normality in the domain of family and kinship. The discussion is centered on the hegemony of the patterns of living and shows how such patterns act in the spontaneity of everyday life, and are expressed in the normality, even before than as a norm. The multiplicity and fluidity of domestic aggregations, relations, and solidarities are investigated through a dynamic approach. This shows how currently the polymorphism of family typologies is much more varied than before, and is built by people who "make" their own universe of relationships. Nowadays, we witness the formation of a dual regime of normality, formal and informal, one whose boundaries are dynamic, fluid and intersecting. In such middle ground it is possible to place the third regime of family making, that of the so-called enlarged, orreconstituted families. Through the analysis of the transformations of the family lexicon – partner, companion, belle-grand-mère – and the analysis of two case studies showing ways in which today families are built and rebuilt, the article discusses the processes of normalization in their occurrence and so it displays the dynamics through which rules and codes of conduct are shaped and become norms as formal synthesis of standard models generated in the social dynamics.

Key words:

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Abstract
In Italy there is a heated debate about whether same-sex couples should raise children. In the public opinion, it is widespread the belief that a family, in order to be functional, must be based on the union (usually ratified by marriage) between two opposite sex people. However, it is overlooked that same-sex families are not a possible scenario, but rather a reality in our country, as well as in several other ones. Moreover, it is neglected the striking amount of empirical evidence that clearly shows how the gender of the parents is not related to the children’s development and well-being. The aim of this review is thus to reflect upon same-sex parenting starting from the psychosocial research studies conducted in this field. In particular, we will highlight the main psychological aspects involved in same-sex parenting as well as the main oppositions to the acknowledgement of these family configurations.

Key words:

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Abstract
The interviews to Éric Fassin and Anne Cadoret, who are specialised in gender studies, sexuality, kinship at Université Paris 8 (Vincennes-Saint-Denis) and at the Centre National de la Recherche Scientifique, retrace the fundamental themes of the scientific debate and policies on family, sexuality, homoparental relationships, the redefinition of the notion of gender, homosexuality, heterosexuality, the concepts of intimate citizenship and sexual democracy, with specific reference to the French context. .

Key words:family, homoparental relationships, sexuality, Fassin, Cadoret

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Camera Oscura

Abstract
After the death of Franz Boas, which occurred in 1942, in the United States rose a debate about the scientific contribution of the noted scholar of German origin. This paper, based on the study of literature and consultation of the original sources, intends to shed light on the history of anthropology that preceded Franz Boas. In particular, attention is directed to the Bureau of American Ethnology, founded in Washington in 1869 and directed until 1902 by John Wesley Powell. The Bureau of America Ethnology is one of the most important centers of anthropological research founded in the world. In it worked men and women devoted to the study of the native as priests, explorers, army officers, journalists, but also researchers who did anthropology their business full-time, although in the outside of academic institutions. The Bureau of America Ethnology promoted and funded research based on an innovative methodology (ethnographic research focused on a long stay among the natives and the knowledge of the native language), playing a delicate task for the professionalization of anthropology in the United States, which requires to be highlighted.

Key words:

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Abstract
The poetry of the kosovar poet Eqrem Basha, from which it draws the title this essay, complaint a political, economic and ideological complex that, for many controversial aspects, is central in the contemporary history of Albania and Kosovo: the complex of weapons, deposits, traffics, of widespread illegal detenctions and the real related cults. Against the background of the great changes taken place in Albania from national indipendence (1912), this essay will try to point out the rhetoric of arms as it occurs and is treated in a literary flourish equally lush, controversial and crucial in incessant albanian transitions. Against the background of sociopolitical contracts which still would wish in an Albania-arsenal, the attempt will be to track down a narrative use of weapons that, in a rhetorical and permanent perspective seems to contemplate the feudal army conception of descent group (fis), the romantic symbolism that assigned to the pen, to the memory and the sword the task of building the rising nation, the idealizations of the pick, the book and the rifle supported by partizan and the writers apostles of socialist regime (1944-1991), the armed rebellions against financial pyramids (1997) as revolts against those some armaments after the explosion of the arsenal of Gërdec (2008) and the most recent struggles against the transfer and destruction plan of syrian chemical weapons in Albania (2013).

Key words:

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Abstract
This paper refers to a fieldwork made in Rome, in the Testaccio district, in the years 2010-2012, and to a parallel cataloguing campaign of ethno-anthropological cultural heritage identified and documented during the course of the research. This research concerned aspects of the local popular religion, in particular the two most important annual events: the Good Friday Calvary on Monte Testaccio and the procession of Santa Maria Liberatrice, patron of the district, on the last Sunday in May. While returning the first data of an urban anthropology monograph, the author shows how the results of his research can be profitably used for a cataloguing campaign and highlights the links and the methodological differences that distinguish the two different systems of knowledge: among which are both the ethnographic long time observation and closer look, and the need for selection and identification peculiar to the cataloguing practice.

Key words:

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Abstract
Anthropology is devoted to the study of disability later than the other social sciences, but in recent years this field of study has gradually enriching, both as a new field of research on the otherness, whether as a result of medical anthropology development. In fact, the disability exists in relation to the skill, but in other societies it may not necessarily correspond to the Western way of conceiving it, it’s a socially and culturally constructed category, in relation to the way as the societies establish access to the resources and practice policies of inclusion or marginalization. At the same time, however, the concept of disability outlines an existential condition that relates to concrete individuals who live in a physical space and in a social context, with all the ensuing problems, among them also the physical and cultural obstacles, in everyday life, hindering the usability of that space and of that context. In this article I will focus some aspects related to this issue, which may be specific areas of research such as: the construction of disability in situations of migration, the temporary disability, as a result of an accident, the disability linked to the aging process.

Key words:

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Si parla di...

Abstract
In 1969 Massimo Stefanetti produced a photo feature at Perugia’s Santa Margherita psychiatric hospital, appointed by the provincial administration. The struggle against mental institution began in 1964 with the establishment of a new administration. This generated sudden improvements within the hospital so the administration realized how necessary was using photographic images to entrench a new sensitivity and to broaden asylum’s debate. At first the article will examine the entire collection focusing on the way in which “observing and observed culture get in contact” (Faeta 2011: 107, trad. dell’autrice). The analysis takes several matters: the context of participant observation; the shooted places, people and contexts; composition’s, shoot’s and development’s techniques. In the second part we will examine: the exhibition “Images and words: a dissertation about psychiatric hospital”, the rhetorics of Perugia self-reform movement and the figurative choices on exhibition’s installation. These choices returned uniquely the isolation and suffering patients dimensions as a indispensable way to lead public opinion to indignation and to its involvement in the fight against internment, but at the same time they reproduced an essentializing imaginary around psychiatric patient that walks away so much from the starting documentation: an unusual documentation, full of modesty, which preserve intimacy and human wealth in a two world’s meeting.

Key words:

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Quotidianamente

Recensioni

Enzo Vinicio Alliegro insegna discipline demoetnoantropologiche nei Dipartimenti di Scienze Sociali e di Scienze Umane dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Tra le sue pubblicazioni recenti: L’arpa Perduta. Dinamiche dell’identità e dell’appartenenza in una tradizione di musicanti girovaghi, 2007 (Pre- mio Saggistica “Premio Letterario Basilicata 2009); Antropologia Italiana. Storia e Storiografia, 2011 (Pre- mio “Costantino Nigra” 2011); Il Totem Nero. Petrolio, sviluppo e conflitti in Basilicata. Antropologia politica di una provincia italiana, 2012 (Premio “Carlo Levi” 2013 e Riconoscimento “Mimmo Beneventano” 2013).

 

Fabio Corbisiero è Ricercatore in Sociologia Applicata presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Uni- versità degli Studi di Napoli “Federico II”. Si occupa di Sociologia urbana con particolare riferimento alla popolazione LGBT, agli immigrati e alle persone con disabilità. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni nazionali e internazionali su queste tematiche. Ha svolto attività di Visiting fellow presso la CUNY Univer- sity di New York (2008-2010), la KTH di Stoccolma (2011) e la UCD – Social Sciences Research Center di Dublino (2013). Attualmente è impegnato in attività di ricerca su campo in qualità di Marie Curie Fellow in alcune città del Marocco, dove studia i fenomeni di segregazione urbana e i comportamenti omosessuali. Tra le sue ultime pubblicazioni: Comunità omosessuali. Le scienze sociali sulla popolazione LGBT, 2013; Di terra e di vento. Per una pianificazione territoriale ecosostenibile, 2013.

 

Alessandra Gasparroni è nata e vive a Teramo. In seguito a studi letterari, presso l’Università “La Sapien- za” di Roma con indirizzo demoetnoantropologico, ha conseguito la Laurea in Materie Letterarie presso l’Università dell’Aquila, nel 1984, con una tesi in Storia delle Tradizioni popolari. Ha collaborato con la Cattedra di Sociologia della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Teramo dove ha effettuato ricer- ca bibliografica relativa alla parte italiana della International Volkundliche Bibliographie per gli anni 1989- 90-91. Docente nell’equipe del “Corso di perfezionamento in Antropologia storica e beni demologici”, Università di Cassino, nel 2002. Vincitrice del Premio Scanno 2002, sezione “Tradizioni popolari”. Titolare di moduli integrativi alle cattedre di Antropologia culturale e Antropologia interculturale della Facoltà di Scienze Sociali dell’Università “D’Annunzio” di Chieti, dal 2003 al 2005. Affidataria (supplenza annuale) della cattedra di Antropologia Interculturale dal 2005 al 2006. Docente di Antropologia e Tradizioni popo- lari presso le Università Popolari di Teramo, di San Benedetto del Tronto (AP), di Giulianova e di Roseto degli Abruzzi (TE). È stata consulente esterna, per il settore etnoantropologico, dell’Ufficio di Teramo della SBSAE d’Abruzzo partecipando a numerosi progetti. È coordinatore e docente del corso “Moda e cultura dal Barocco al Barok” organizzato dall’Università Popolare Medio Adriatica di Teramo e la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo, gennaio-novembre 2014. Socia dell’AISEA e autrice di numerose pubblicazioni.

 

Mauro Geraci, professore associato di Antropologia culturale presso il Dipartimento di Scienze Cognitive, della Formazione e degli Studi Culturali dell’Università degli Studi di Messina, è autore dei volumi Le ragioni dei cantastorie. Poesia e realtà nella cultura popolare del Sud, 1997, primo studio sistematico sulle poetiche dei poeti-cantastorie siciliani di cui è anche attento continuatore e interprete, e de Il silenzio svelato. Rappresentazioni dell’assenza nella poesia popolare in Sicilia, 2002. Da diversi anni ha rivolto il suo interesse antropologico all’Albania, dove un rigoglioso fenomeno letterario ed editoriale, specie nella riproposizione di un mosaico interpretativo “prometeico” centrato sulla “vincente perdita” della nazione, sembra giocare un ruolo di primo piano nella ridefinizione della memoria storica del Paese, in rapporto alle più recenti trasformazioni politico-sociali.

 

Fiorella Giacalone è professore associato di Antropologia socioculturale presso il Dipartimento Istituzioni e Società, Università di Perugia. Da anni compie ricerche sull’immigrazione arabo-islamica, sui percorsi di maternità di donne italiane e arabe, sulle seconde generazioni in Umbria. Ha svolte una ricerca nel sud del Marocco sulla farmacopea tradizionale. Ha svolto seminari e corsi nelle università di Florianopo- lis (Brasile), Marrakech (Marocco), Valladolid (Spagna), al Collège de France (Parigi). Tra le sue ultime pubblicazioni: Bismillah. Saperi e pratiche del corpo nella tradizione marocchina, 2007; con P. Falteri, Migranti involontari. Giovani stranieri tra percorsi urbani e aule scolastiche, 2011; Impronte divine. Il corpo femminile tra maternità e santità, 2012.

 

Simonetta Grilli insegna Etnologia e Antropologia della famiglia all’Università degli studi di Siena. Ha condotto ricerche sui temi della famiglia, della parentela e della migrazione. Attualmente si occupa di que- stioni legate alle identità di genere e alle nuove forme di famiglia nelle società contemporanee. Tra le sue pubblicazioni si ricorda “Gente del posto, toscani d’altrove”. Tre studi di caso su famiglia, reticoli migratori e matrimonio, 2007, il volume curato insieme a Francesco Zanotelli, Scelte di famiglia. Tendenze della parentela nella società contemporanea, 2010, e più di recente la raccolta di saggi dal titolo Per-formare corpi. Esperienze e rappresentazioni, 2013.

 

Luciano Ledda, laureato in Lettere nel 2002 presso l’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi in discipline demoetnoantropologiche, si iscrive alla Scuola di specializzazione in beni demoetnoantropo- logici dell’Università di Perugia nel cui ambito effettua, fra il 2011 e il 2012, due stage di catalogazione di beni culturali demoetnoantropologici materiali e immateriali presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e presso il Centro Regionale di Documentazione della Regione Lazio. Nel 2013 consegue il diploma della Scuola di specializzazione di Perugia, discutendo la tesi Aspetti della religiosità locale di Testaccio: esiti di una campagna catalografica nel XX rione di Roma. Ha pubblicato: “Le strade del vino, dalla cantina al bicchiere”, in Una borgata che è tutta un’osteria, 2012; “Santa Maria della Luce” in Santuari d’Italia. Roma, 2012.

 

Margarida Moz, with a degree in Social Anthropology (1995) and a Masters dissertation on the gay and lesbian visibility in the construction of a cosmopolitan Lisbon (2001), my PhD research focused on same sex families in Portugal from an anthropological perspective (2014). After my Masters I have taught on a university level (Caldas da Rainha, Lisbon and Coimbra) subjects such as gender, sexuality, kinship, and identity. In the meantime, beyond my academic career my work has always been related to cinema (pro- gramming, producing, translating, etc.), though whenever possible I bring the two together and organise film seminars on the subjects I am mostly familiar with.

 

Maria Giuseppina Pacilli è docente di Psicologia sociale e di Psicologia di comunità presso l’Università degli Studi di Perugia. Fra i suoi interessi di ricerca, il pregiudizio omofobico, il sessismo e l’oggettivazione sessuale.

 

Rosa Parisi è docente di Etnologia europea presso l’Università di Foggia, Corso di Laurea in Scienze della Formazione, è componente del Collegio di Dottorato in Migrazioni e processi interculturali dell’Università di Genova e del Master Internazionale Genre et droits des femmes des deux rives de la méditerranée, Université Abdelmalek Essaadi - Tanger. Ha condotto ricerche sui fenomeni migratori, sulle famiglie italo- marocchine in Italia, sulle nuove forme di famiglia, attualmente è impegnata in una ricerca sull’omopa- rentalità. Fra le sue pubblicazioni: Attraversare confini ricostruire appartenenze. Etnografia delle coppie italo marocchine, 2008; Eterosessualità in briciole. Le famiglie omogenitoriali e la fabbrica della parentela, 2013; Practices and rhetoric of migrants’ social exclusion in Italy: marriage, work and citizenship as de- vices for the production of social inequalities, 2014.

 

José Ignacio Pichardo Galán. Profesor Contratado Doctor en el Departamento de Antropología Social de la Universidad Complutense de Madrid. Licenciado y Doctor en esta disciplina por la Universidad Autónoma de Madrid, donde obtuvo su doctorado con una investigación sobre homosexualidad y nuevos modelos de familia. Entre sus artículos y publicaciones sobre la cuestión se encuentra el libro “Entender la diversidad familiar. Relaciones homosexuales y nuevos modelos de familia”, en el que indaga sobre el modo en que las personas homosexuales están afectando a las prácticas y concepciones de la familia. Sus trabajos de investigación se centran en cuestiones de parentesco, familia, sexualidad, género e in- terculturalidad. Ha llevado a cabo y publicado diversas investigaciones sobre diversidad sexual; mujeres lesbianas y derechos humanos; sobre familias formadas por gays y lesbianas y, especialmente, sobre la situación de adolescentes gays, lesbianas, bisexuales y transexuales en ámbitos educativos. En este último ámbito, ha trabajado también sobre la presencia y atención de las familias homoparentales en contextos escolares. Ha llevado a cabo estancias de investigación y/o docencia en la Universidad de Barcelona, San Francisco State University, Laboratoire de Sciences Sociales de París, Université du Québec à Montréal y Universidade Estadual Paulista y ha trabajado como profesor en la Syracuse Uni- versity de Madrid.

 

Gianfranca Ranisio è professore straordinario di Antropologia Culturale presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli “Federico II”. Ha studiato l’intersecarsi delle tappe biologiche femminili con le rappresentazioni simboliche e culturali che le sostanziano. I suoi lavori si collocano nel punto di inter- sezione tra l’antropologia culturale, l’analisi delle tradizioni demologiche, l’antropologia medica e i gender studies. È coordinatrice dei due master sociosanitari presenti presso il Dipartimento di Scienze Sociali. Tra le sue pubblicazioni: Il lupo mannaro. L’uomo, il lupo, il racconto, 1984; Venire al mondo. Pratiche, creden- ze e rituali del parto, 1998; La città e il suo racconto, 2003; Quando le donne hanno la luna. Credenze e tabù, 2006; con C. Simone, Oltre le convenzioni. La cooperazione di medicina generale nell’esperienza del Sannio campano, 2010; Culture della nascita. Orizzonti della maternità tra saperi e servizi, 2012.

 

Antonello Ricci, professore associato, insegna discipline Demoetnoantropologiche presso il Dipartimento di Storia, Culture, Religioni, nei corsi di laurea triennale in Storia, Antropologia, Religioni e Magistrali in Musicologia e in Discipline etnoantropologiche, “Sapienza” Università di Roma. Conduce ricerche sul campo nel Centro e Sud Italia su temi riguardanti le culture pastorali, l’ascolto, la museografia etnografica, l’etnografia visiva, l’antropologia dei suoni, gli eventi festivi e cerimoniali. Tra le sue ultime pubblicazioni Antropologia dell’ascolto, 2010; Il paese dei suoni, 2012.

 

Helga Sanità è Ph.D. in Etnoantropologia e membro del Centro di Studi Sociali sulla Dieta Mediterra- nea, MedEatResearch, diretto da Marino Niola presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli dove è titolare dell’insegnamento di Antropologia del Patrimonio e del Laboratorio di Rituali e Pratiche Festive. È stata titolare dell’insegnamento di Antropologia Culturale presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Studia le dinamiche di patrimonializzazione e di re-invenzione della tradizione e le politiche identitarie. È autrice del testo La Festa di Piedigrotta. Il mito di un ritorno, 2010. Fra le sue pubblicazioni: Una maschera da inghiottire. Di che pasta sono fatti gli Italiani, 2013; La Piedigrotta dei bambini nelle immagini dell’archivio fotografico Parisio, 2013; Piedigrotta e la Canzone. Packaging di un totem, 2008; Atlante delle Feste religiose in Campania, AA.VV., 2007.

 

Pier Giorgio Solinas è professore di Etnologia e Antropologia Culturale all’Università di Siena, lavora in al- cuni dei campi più classici degli studi antropologici: parentela e vita familiare nella società contadina della Toscana, antropologia economica (scambio, denaro, vita rituale e materiale), approcci formali ai problemi dell’etnodemografia. Da oltre un ventennio ha orientato le sue esperienze di terreno verso l’India (West Bengal), dove ha condotto numerose campagne di ricerca sul campo. Tra le sue ricerche più significati- ve: inchieste di terreno in area rurale (Siena, Toscana meridionale) sull’artigianato e la cultura materiale (metallurgia rurale), sull’emigrazione pastorale nella Toscana contemporanea, sulle aree di matrimonialità in Toscana, sugli aspetti formali dell’esogamia nella società complessa e sulle forme di affinità. Di pre- minente interesse è il programma di ricerca interdisciplinare sulla Dipendenza, con particolare riguardo alle forme sociali, ai vincoli personali, al debito e alla gerarchia. Socio fondatore dell’Easa (European Association of Social Anthropologists), e membro di altre società di studi (tra le quali, l’European Associa- tion for South Asian Studies), dirige il Laboratorio Etno-antropologico dell’Università di Siena, ha diretto la scuola di dottorato “Antropologia, Etnologia, Studi Culturali”. Tra le sue pubblicazioni: con S. Grilli, Spazi di alleanza. Aree di matrimonialità nella Toscana meridionale, 2002; a cura di, La Dipendenza. Antropolo- gia delle relazioni di dominio, 2005; L’acqua strangia. Il declino della parentela nella società complessa, 2005; a cura di, La vita in prestito. Debito Lavoro Dipendenza, 2007; La Famiglia. Un’antropologia delle relazioni primarie, 2010.

 

Federica Spaccatini è dottoranda in scienze umane presso l’Università degli Studi di Perugia. Fra i suoi interessi di ricerca il sessismo e l’oggettivazione sessuale.

 

Alessandro Taurino è docente di Psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Bari. Fra i suoi inte- ressi di ricerca, la genitorialità omosessuale e transessuale, il bullismo omofobico, e gli interventi clinici su questioni di genere e di orientamento sessuale.

 

Emma Tramontana si è laureata in Teorie e pratiche dell’antropologia alla “Sapienza” Università di Roma con una tesi in antropologia visiva dal titolo Corpi messi in scena. Analisi di una documentazione foto- grafica all’interno del manicomio di Perugia. Attualmente collabora con l’associazione culturale folignate “L’Officina della memoria”, un laboratorio multimediale regionale di didattica, documentazione e ricerca sulla memoria, la storia e il Novecento del territorio. La sua ricerca si concentra principalmente sui rapporti tra antropologia, immagine e teatro.

 

 

Roberta Tucci lavora presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, quale responsabile del Servizio per i beni etnoantropologici. Ha curato la normativa della scheda BDI per i Beni demoetnoantropologici immateriali (2002, 2006). Ha effettuato ricerche sul campo in diverse regioni dell’Italia centro-meridionale. Tra le sue pubblicazioni: Il patrimonio demoetnoantropologico immateriale fra territorio, documentazione e catalogazione, 2006; con G. L. Bravo, I beni culturali demoetnoantropologici, 2006; Calabria 1 strumenti. Zampogna e doppio flauto. Una ricerca e un disco (1977-1979), 2009; Etnomusicologia e beni culturali immateriali: pertinenze, competenze, processi, in L’etnomusicologia italiana a sessanta anni dalla nascita del CNSMP (1948- 2008), 2012; Beni culturali immateriali, patrimonio immateriale: qualche riflessione fra dicotomie, prassi, valorizzazione e sviluppo, 2013.