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VOCI
Rivista di Scienze Umane
Fondatore: Luigi M. Lombardi Satriani
Direttore: Antonello Ricci
Direttore Responsabile: Walter Pellegrini
Comitato Scientifico: José Luis Alonso Ponga, Jean-Loup Amselle, Marc Augé †, Antonino Buttitta †, Francesco  Faeta, Abdelhamid Hénia, Michael Herzfeld, Lello Mazzacane, Isidoro Moreno Navarro, Marino Niola, Mariella Pandolfi, Taeko Udagawa
Comitato di direzione: Enzo Alliegro, Katia Ballacchino, Letizia Bindi, Laura Faranda, Mauro Geraci, Fiorella Giacalone, Fulvio Librandi, Maria Teresa Milicia, Rosa Parisi, Gianfranco Spitilli. 
Direzione e redazione: Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo “Sapienza” Università di Roma, Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma 
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Coordinamento editoriale: Marta Pellegrini
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Distribuzione: GRUPPO PERIODICI PELLEGRINI Via Camposano, 41 - 87100 COSENZA Tel. 0984 795065 - 0984 27229 – Fax 0984 792672
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Editoriale

 

Monografica
Territori in movimento. Frizioni, cambiamenti, rigenerazioni
A cura di Letizia Bindi e Raffaele Spadano 11

After Late Liberalism
Elizabeth A. Povinelli 13

Ri-generazioni. Appennino in movimento, posizionarsi nelle trasformazioni
Letizia Bindi, Raffaele Spadano 15

Territorializzare i saperi e favorire la coscienza di luogo. L’esperienza del CISAV nell’alta valle del Volturno
Mirco Di Sandro, Esterina Incollingo 38

Abitare è un’impresa. Un’indagine sui nuovi abitanti di Castiglione dei Pepoli tra aspirazioni e condizioni materiali dell’abitare
Riccardo Franchini, Andrea Zarrilli 56

Per il ritorno del sociale nella conservazione del patrimonio architettonico in aree interne: un approccio interdisciplinare
Giovanni Gugg, Marco Rossitti 76

Il ruolo pubblico dell’antropologia in un progetto di rigenerazione socio-ecologica nel paesaggio tardoindustriale gelese
Alessandro Lutri 96

  Solo scatole da riempire? Sfide e opportunità per una rigenerazione sociale partecipata in ambiente alpino
Giulia Mascadri 110

  Territori di prossimità. Processi partecipativi di rigenerazione, cittadinanza attiva e servizi fondamentali
Barbara Mercurio 128

 

Camera oscura

 

I campi dei nonni. Un ritorno in Italia
Francesco Faeta 148

Campi dei nonni
Matthew O’Brien 158

 

Passaggi

 

Prolusione a MAV 2024 Materiali di antropologia visiva – Per i 100 anni dalla nascita di Diego Carpitella
Francesco Giannattasio 180

 

Si parla di…

L’etnomusicologia applicata
di Giovanna Marini Ignazio Macchiarella 187

 

Notizie

 

In ricordo di Paola Falteri (1946-2024)
Fiorella Giacalone 192

“La musica è sempre molto più della musica”. Ricordo di Bernard Lortat-Jacob (1941-2024)
diGiovanni Giuriati 197

Sandra Puccini (1945-2024)
di Fabiana Dimpflmeier 200

 

Recensioni

 

Sofia Boesch Gajano, Francesca Sbardella (a cura di), Vestizioni. Codici normativi e pratiche religiose, Roma, Viella (203); Mario Bolognari (a cura di), Il mistero e l’inganno. Pensare, narrare e creare la Sicilia, Palermo, Navarra editore (204); Giovanni Canova, Piazza Tahrir. Graffiti 2011-2017, Venezia, Centro Internazionale della Grafica di Venezia (207); Ottavio Cavalcanti, Inquadrature e sequenze. Filmati di antropologia visuale, Edizioni Museo Pasqualino, Palermo (208); Mario Ciaralli, La civiltà pastorale nel territorio di Amatrice dall’ottavo secolo ai giorni nostri, Roma, Associazione Culturale Cola dell’Amatrice (210); Fabio Dei, Dario Nardini (a cura di), Economie informali: neoruralismo e filiere alimentari in Italia Centrale, “Lares” (213); Caterina Di Pasquale, Fabio Dei (a cura di), Le rievocazioni storiche. Feste civiche e cultura popolare in Toscana, Roma, Donzelli Editore (214); Rocco Dimichino, Montescaglioso: la vita che non c’è più, a cura di A., R., M.L. Andriulli, Montescaglioso, Motola Editore (216); Emilio Mari (a cura di), Una romanza crudele. Estetiche e politiche del folklore nella Russia del ‘900, Pisa, Pacini (218); Pietro Meloni, Cultura visiva e antropologia, Roma, Carocci (220); Marino Niola, L’Italia dei miracoli. Storie di santi, magie e misteri, Milano, Raffaello Cortina Editore (222); Berardino Nisii, Gianfranco Spitilli, Roberta Tucci, Lettere dalla pastorizia. Scritture di pastori transumanti di Fano Adriano, Teramo, Bambun (224); Luca Rimoldi, Marta Scaglioni (a cura di), Antropologia dei rifiuti nelle Afriche del terzo millennio. Scarti, sfide riconfigurazioni e opportunità, Milano, UTET (226); Laura Silvestri, Scorrere come un fiume. Pratiche e teorie del corpo in movimento nel kaḷarippayaṟṟụ, arte marziale del Kerala (India), Alessandria, Edizioni dell’Orso (228). 

Il numero di “Voci” che il lettore ha in mano è il primo di un nuovo percorso editoriale seguito alla scomparsa del fondatore della rivista Luigi M. Lombardi Satriani. Gli amici e colleghi del Comitato Direttivo mi hanno indicato come nuovo direttore per il biennio in corso: li ringrazio tutti di cuore per la fiducia che hanno riposto nelle mie mani. Spero di non deluderli e di non deludere i lettori della rivista riuscendo, per quello che potrò, a proseguire il progetto voluto e avviato dal primo Direttore nell’ormai lontano 2004. In questo nuovo e impegnativo compito di grande responsabilità, confido nell’esperienza pregressa da me maturata a fianco di Lombardi Satriani in veste di Capo redattore prima e di Responsabile del CD dopo, ma, soprattutto, nel sostegno di tutto il Direttivo che da anni, in maniera collaborativa e polifonica, è artefice della qualità scientifica e culturale della rivista. La struttura del presente fascicolo non si discosta dal modello seguito negli ultimi anni: una sezione monografica curata da uno dei membri del CD, in questo caso da Letizia Bindi affiancata da Raffaele Spadano; una sezione fotografica, stabile negli anni, che ha rappresentato il tratto forse più rappresentativo della fisionomia di “Voci”; altre consuete sezioni che descriverò più avanti; infine una ricca, ma selezionata, raccolta di recensioni bibliografiche, anche queste fortemente volute da Luigi e da tutti noi, come elementi di vitale dialogo con il panorama culturale e scientifico che si muove intorno alla rivista. La sezione “Monografica” si configura come un mosaico ricco di esperienze e riflessioni relative a realtà territoriali italiane in significativa trasformazione. I processi che le caratterizzano implicano una complessa rielaborazione del loro ruolo identitario, geografico e relazionale. Le analisi sono frutto di ricerche etnografiche che non si limitano a descrivere, ma esplorano modalità operative e azioni strategiche, riflettono criticamente sui vuoti lasciati dai fenomeni migratori, i quali, paradossalmente, oggi presentano interessanti processi di inversione. Ciò avviene in un contesto storico e geografico che mantiene una continuità rispetto al passato e mira a delineare orizzonti di possibile futuro, attraverso un approccio antropologico che si pone sia come strumento per la comprensione dei processi che come supporto per la trasformazione dei territori insieme con le diverse e molteplici figure coinvolte negli itinerari di cambiamento e rigenerazione. Le tematiche centrali attraversate nel numero monografico vanno perciò dalle questioni energetiche alla trasmissione dei saperi, dalle sfide legate al riscaldamento climatico alle crisi contemporanee che caratterizzano le società attuali, generando dinamiche micro-sociali in aree spesso e talora semplicisticamente considerate marginali. Queste ultime hanno il potenziale di emergere come custodi di forme di alterità capaci di contrastare approcci centralizzanti. L’intento è quello di fornire riferimenti significativi e concreti per comprendere contesti in movimento, esplorando nuove forme di insediamento di comunità e approcci innovativi alla costruzione del territorio anche attraverso le opportunità offerte dalla transizione ecologica, digitale ed energetica. Viene, inoltre, sottolineata l’importanza del coinvolgimento attivo delle comunità locali in tali processi di trasformazione andando a delineare nuove forme dell’agency e nuove opportunità di prospettive di cittadinanza attiva. Ne emerge una possibile re-interpretazione della penisola italiana basata su un approccio policentrico che evidenzi come i cambiamenti si radichino sempre più spesso nelle diverse dimensioni locali. Apre la sezione una riflessione di Elizabeth Povinelli centrata sul post-liberalismo di cui evidenzia le attuali crisi culturali che rendono obsolete le categorie analitiche tradizionali spingendo verso un’analisi più radicale e militante dei cambiamenti e delle trasformazioni in atto nel modo di fare società, di stare nei movimenti, di costituire forme di comunità. Letizia Bindi e Raffaele Spadano offrono un inquadramento teorico e pratico utile per l’integrazione nelle reti sociali locali, con particolare attenzione all’Appennino, area in costante trasformazione e scenario, recentemente, di importanti esperienze di rigenerazione territoriale che propongono campi e contesti densi all’analisi etnografica. Mirco Di Sandro ed Esterina Incollingo discutono sull’idea di “territorializzare i saperi” sintetizzando l’impegno del CISAV, un’associazione di giovani ricercatori dell’Alta Valle del Volturno in Molise, che si dedica alla difesa del patrimonio culturale e della conoscenza locale, al fine di rafforzare la coscienza di luogo attraverso azioni diversificate di animazione locale, lavoro a base culturale, presidio del territorio. Il lavoro condotto da Riccardo Franchini e Andrea Zarrilli sulla Scuola di ecologia politica in montagna a Castiglione dei Pepoli, in provincia di Bologna, evidenzia l’importanza dell’analisi delle dinamiche sociali e delle condizioni materiali degli abitanti attraverso pratiche di ricerca partecipativa. Giovanni Gugg e Marco Rossitti invitano a riflettere sugli effetti della fragilità territoriale, sia per il patrimonio architettonico che per le aree interne abbandonate in un intreccio sempre più stimolante e delicato tra patrimonio territoriale materiale e immateriale. Analogamente, Alessandro Lutri sottolinea la necessità di un approccio interdisciplinare nel progetto REVERSE, evidenziando la trasformazione del paesaggio a Gela e il valore della collaborazione tra discipline nella interpretazione, progettazione e attivismo volti al recupero di aree profondamente segnate da pregresse forme di estrattivismo tardo-industriale. Giulia Mascadri, da parte sua, ribadisce l’urgenza di un approccio integrato per promuovere scambi tra contesti urbani e montani partendo da un’etnografia condotta sui processi partecipativi in Val Maira, in provincia di Cuneo, partendo dagli spazi vuoti, le aspettative e i desideri degli abitanti, i processi di recupero e rigenerazione che ne derivano. Barbara Mercurio, infine, centra la propria attenzione sui “territori di prossimità”: una ricerca sulle politiche di sostegno alla trasformazione e adeguamento degli intenti governativi in rapporto con il progetto Strategia Nazionale Aree Interne, con particolare riferimento all’area del Fortore molisano e alle forme di ridefinizione del territorio, delle competenze, delle decisioni in aree segnate da spopolamento e crisi sociale ed economica come quella presa in esame. L’insieme di questi contributi delinea un panorama di opportunità per lo sviluppo sostenibile e la rigenerazione delle aree fragili, rurali e montane del Paese di cui gli studi demoetnoantropologici in Italia si sono a lungo occupati enfatizzando la centralità delle comunità locali, ma anche delineando un nuovo ruolo per gli studiosi in quanto interlocutori costanti per le diverse componenti che abitano le località e come soggetti attivi e impegnati nei territori. I due curatori hanno condotto il compito di coordinamento della sezione monografica appena descritta con dedizione e capacità di controllo di un lavoro complesso e ricco di sfaccettature. Li ringrazio vivamente. “Camera oscura” di questo numero, curata da Francesco Faeta, riprende temi di diuturno interesse della rivista: quello della rappresentazione fotografica del Mezzogiorno italiano, innanzitutto, cui “Voci” ha dedicato attenzione in numerosi suoi numeri (nn. 1 e 2/2004; n. 1/2005; nn. 1 e 2 /2006-2007; n. 1/2008; Anno IX/2012; Anno XIV/2017; Anno XIX/2022; https://voci.info/archivio. html), che nel loro insieme costituiscono un documentato punto di riferimento per la conoscenza storiografica e critica dell’argomento; quello, più in particolare, della riflessione sul lavoro dei fotografi statunitensi in Italia, cui, sovente, è stata dedicata attenzione (ricordo a esempio la mia recensione alla mostra e al catalogo promossi dal MuCiv, dedicati a Frank Cancian, https://voci.info/annoxviii- 2021.html). Come sottolinea Faeta nel breve testo introduttivo della sezione (e come del resto aveva già fatto in modo più esteso e dettagliato nel suo Vi sono molte strade per l’Italia, Ricercatori e fotografi americani nel Mezzogiorno degli anni Cinquanta, 2022), il lavoro di Matt O’Brien che qui si presenta s’inserisce in una lunga e qualificata tradizione di osservazione sul nostro Paese, sul Sud in particolare, ma non soltanto, inauguratasi all’inizio del secondo Dopoguerra e prolungatasi per tutta la seconda metà del secolo e oltre. I retroterra culturali di questo molteplice interesse sono, naturalmente, svariati, pur se stabilmente connessi con l’interesse politico e sociale che il nostro Paese suscita oltreatlantico. Ma al suo interno è possibile individuare due nuclei significativi: quello della collaborazione dei fotografi americani con personaggi illustri della cultura nazionale (per altro ben noti e apprezzati anche negli Stati Uniti) come nei casi, a esempio, di Paul Strand con Cesare Zavattini, di David “Chim” Seymour con Carlo Levi, di Milton Gendel con Bruno Zevi e Adriano Olivetti; quello delle origini italiane dei fotografi, spinti a ritornare per tentare di ricostruire le dinamiche diasporiche da loro vissute in prima persona e desiderosi di comprendere meglio il Paese da cui i loro famigliari sono partiti, come nei casi di Frank Cancian, di Lou Dematteis, di Matt O’Brien. Per quest’ultimo – come egli stesso ricostruisce nel breve testo, Campi dei nonni, che accompagna la selezione di immagini qui presentata – si tratta della provincia piemontese da cui i suoi parenti partirono. La coltivazione della vite e la cultura del vino che l’accompagna, costituiscono il perno di un interesse duraturo, cui il fotografo si è dedicato con rigore e passione da anni e che prevede ancora una ulteriore serie di indagini in cui è attualmente impegnato. La sezione “Passaggi” contiene la Prolusione di Francesco Giannattasio all’edizione 2024 di MAV Materiali di Antropologia Visiva (a cura di L. Faranda, G. Giuriati, A. Ricci). La rassegna-convegno è stata dedicata ai 100 anni dalla nascita di Diego Carpitella, per molti di noi un Maestro e, riprendendo le parole dello stesso Giannattasio, “un punto di riferimento fondamentale per la nostra concezione dell’antropologia, dell’etnomusicologia e delle attività d’indagine e didattiche”. La sezione “Si parla di…”, con un intenso scritto di Ignazio Macchiarella, è dedicata alla scomparsa di Giovanna Marini notissima folksinger, musicista, compositrice, attivista politica, didatta della musica di tradizione orale: “Voci” non poteva non dedicarle uno spazio. Io stesso ho avuto con lei un ricco rapporto di amicizia basato su scambi e confronti intorno alle tematiche della musica e della cultura popolare. Giovanna aveva anche un profondo legame con Luigi Lombardi Satriani fatto di partecipazioni a convegni e incontri di studio. Forse la sua ultima apparizione in pubblico è stata in occasione del primo incontro in ricordo di Luigi avvenuto alla Sapienza il 20 gennaio 2023: in quell’occasione cantò e raccontò del suo rapporto con l’antropologo calabrese. Nella sezione “Notizie” compaiono altri ricordi altrettanto sentiti: li abbiamo rivolti ai colleghi e amici Paola Falteri, Bernard Lortat-Jacob e Sandra Puccini scomparsi nel corso degli ultimi mesi. Vorrei infine qui dedicare un pensiero di ricordo alla scomparsa di Vittoria De Palma, avvenuta il 28 agosto 2024: la compagna di Ernesto de Martino presente in molte delle campagne di ricerca dell’etnologo napoletano. Il suo compito di assistente sociale, come si legge in appendice a La terra del rimorso, è stato di “facilitare il rapporto fra le persone e gli studiosi”. Un compito importante da svolgere con particolare sensibilità perché le persone dovevano assumere un ruolo a cui non erano affatto preparate: essere “‘documento’ per una ricerca storica”. Molte delle fotografie che la ritraggono sul campo come membro dell’équipe lasciano intendere tale delicata funzione. Antonello Ricci

Monografica

Territori in movimento.
Frizioni, cambiamenti, rigenerazioni

a cura di Letizia Bindi e Raffaele Spadano

 

Abstract

In the internal areas of the Apennines, demographic decline is attracting cultural movements that seek to repopulate villages and seize new opportunities for the future, challenging conventional expectations. Climate change is leading economic sectors to move to higher altitudes due to milder climates and water availabiMeaning seekers are migrating to villages to rediscover environmental relationships within social ones. The margins of the Apennines thus rediscover a lost centrality, becoming a crossroads of interests and skills capable of reimagining living, surpassing the imagery that confines them solely as tourist resources, experimenting with old and new forms of value management. Depopulated villages can become innovation laboratories for ecological transition and a fertile context for the ideation of sustainable and alternative socioeconomic models. Integration into local communities is complex and crucial; cultural openness, participation in political life, and knowledge transmission promote repopulation and the creation of circular and civil economies. Anthropological research helps understand and support these transformation processes, as ethnography of mountain areas provides insights for research and public engagement. Cultural action in climate and technological changes enables addressing current global challenges and fostering processes of self-determination and meaning production. Anthropological criticism urges active participation in collective changes while maintaining a precautionary perspective to avoid essentialisms and understand what kind of change local communities envision. Engagement techniques and cultural entrepreneurship are crucial to facilitate negotiation aspects, the emergence of shared aspirations, and conflict management in the fragility of transitioning territorial contexts.

Keywords: Aree interne, Trasfomazioni, Ecologia Sociale, Rigenerazione Territoriale, Riabitare. Key words: Remote Areas, Transformations, Social Ecology, Local Regeneration, Reinhabiting.

Abstract

The experience of CISAV, a small association founded by researchers of the Upper Valley of Volturno in Molise, is the subject of a long ethnographic practice that the authors carry out, as members of the organization and scholars involved in the action of social investigation and animation. Knowing to recognize and assert themselves, acquiring awareness and care for the spirit of the places are the imperatives that the CISAV aims to spread a living “consciousness of place” meaning cultural work as an immediately political act. This essay moves a theoretical-methodological reflection on the sense of active living, understood as a conscious practice of combating marginalization, to discuss the merits of the initiatives of “territorialization of knowledge” that the CISAV promotes. It is a founding practice for the association, which alludes to the “grounding” of knowledge, enrolling and bringing know-how back to places in order to regain its cultural identity and build a more inclusive and egalitarian future

Parole chiave: conoscenza, coscienza, luogo, paesi, patrimonializzazione. Key words: knowledge, consciousness, place, countries, heritagization.
Abstract

Abstract The School of political ecology in the mountains is an experience that has been active for four years in the territory of Castiglione dei Pepoli, in the bolognese apennines. Its primary objectives are to investigate the transformations that characterize the highlands and to propose shared paths of public action capable of reconciling local needs and desires through the lens of political ecology. The multidisciplinary team, coordinated by the Boschilla Association, has managed to pursue various initiatives over time, including a study of inhabitants who have chosen to move to the municipality in the last 10 years, conducted through a survey between 2021 and 2023. This survey is the subject of this paper. After briefly retracing the historical journey of the School and the research group in a form of collective autoethnography, the paper presents an analysis of living conditions that transcends the center/margin and city/ mountain dichotomies. Through the narratives of the new inhabitants, the paper explores the structural conditions that increasingly hinder access to housing, even in mountainous areas. What emerges is a mosaic of different situations that is difficult to pigeonhole, and a dimension of choice that, while not solely driven by economic motivations, is influenced by a context of material possibilities that can either enable or impede it. Investigating this context is becoming increasingly essential for future comparative studies.

Parole chiave: aree interne, ecologia politica, appennino, abitare, antropologia pubblica. Key words: remote and disadvantaged areas, political ecology, Apennines, Inhabi- ting, public anthropology.
Abstract

Abstract In the sphere of contemporary territorial planning, the emergence of new and complex issues with which public policies are called upon to deal translates into a renewed interest in inland areas, which have been witnessing depopulation processes for decades. The severity of these processes has made the need for a return of the social in policies for these places even more evident. In this policy context, the chapter contributes with a reflection oriented to provide interdisciplinary answers in the contemporary, dynamic, and plural horizon of urban studies, project sciences and, more specifically, decisions for the conservation of architectural heritage. Starting from the case study of an inland area of the Campania region (Italy), the contribution presents a methodological approach that, by leveraging the potential arising from the encounter between anthropological studies, the theory of conservation and the discipline of evaluation, aims to convey the recognition of the value of the built heritage by local communities in the context of public decision-making processes. The cross-fertilization of the disciplines allowed for a careful listening to the local community through surveys, questionnaires, and interviews: a research process oriented towards understanding the relationship with their built heritage and which, through the application of an evaluative methodology, allowed for the transposition of the results into community maps.

Parole-chiave: Patrimonio architettonico, Conservazione, Partecipazione, Mappe di comunità, Valore sociale. Key words: Architectural heritage, Conservation, Participation, Community maps, Social value
Abstract

This issue reflects about the public role of anthropological knowledge and practice with the academic project REVERSE. The Anthropocene updown, focused a symbol place of Anthropocene in Sicily, the late-industrial landscape of Gela. The issue synthesize a) how the rural and agricultrural landscape of south-east sicilian town of Gela became in the Sixty years a Anthropocene’s symbolic place, through the industrial extractive infrastructures (agricultural and petrochemical); b) how in the new millennium in the same landscape several multispecies agencies building a new environmental and ecological infrastructure, the Geloi wetland project, address to resurgence of more-than-human vivability; c) the collaboration and contamination experiences with this environmental and ecologic multispecies infrastructure, in terms of activities and the new knowledges about itself, and new projects.

Parole chiave: Gela, Antropocene irregolare, vivibilità più-che-umana, infrastrutture ambientali ed ecologiche. Key words: Gela, patchy Anthropocene, more-than-human vivability, environmental and ecologic infrastructures.
Abstract

Participatory cultural policies – in which a growing number of anthropologists are concerned with – aims to activate the energies present in particular social configurations so that the latter seek and attract the resources they need, thus enhancing the multiple qualities of civil society in terms of self-organisation, flexibility and inventiveness. This contribution reports the first results of an action research carried out by two anthropologists in the Maira Valley (Piedmont Alps, Italy), where intangible interventions have tried to address the deficiencies of citizenship that this heavily touristic area presented. Participatory research thus becomes the tool for designing new social practices for these empty spaces that take into account the plurality of values and relationships to the inhabitants’ territory and their position in social space. In this way, the empty spaces can become triggering factors of a socio-economic recovery that can counteract the demographic decline in the area. The intervention aims to verify whether additional elements are necessary to transform these places into action spaces capable of the future or whether the relaunch opportunity alone is sufficient to foster a sense of belonging and the desire for community.

Parole chiave: Antropologia alpina, ricercaazione partecipativa, patrimonio culturale immateriale, ecomuseologia, rapporti con la committenza. Key words: Alpine anthropology, participatory and action research, intangible cultural heritage, ecomuseology, commissioned research.
Abstract

This contribution, following a reconnaissance of the anthropological debate on local development policies and local practices, is inspired by a research project of “municipal” PhD, “Territori di prossimità. Processi partecipativi di rigenerazione, cittadinanza attiva e servizi fondamentali”, developed within the framework of the National Strategy for Inner Areas (SNAI). The subject of study and intervention is the Fortore area, which, as a pilot Area of SNAI, affects the Molise territory of the Fortore Valley. The main objective of the project is fully affirmed in the expression “territori di prossimità”, as well as in the research and analysis of the level of participation in regeneration practices implemented in the territories of interest, by different types of social actors working for/and living in the Fortore area, as an important indicator of territorial regeneration. In line with the principles of Grounded research and with the paradigms of applied anthropology, the study starts from the interaction with the local communities, through the different expressions of active citizenship, to identify ethnographic case studies that can ensure an adequate restitution. Therefore, although necessarily based on a multidisciplinary structure, the action that promotes this project is based on ethnographic methodologies, established on processes of deep mapping and analysis of the debate of the political frameworks, fundamental for the understanding of the observed context.

Parole chiave: Aree interne, processi partecipativi, capitale sociale, servizi, cittadinanza attiva. Key words: Remote/rural areas, participatory processes, social capital, services, active citizenship.

Camera Oscura

I campi dei nonni. Un ritorno in Italia
di Francesco Faeta

Campi dei nonni
di Matthew O’Brien  

Fotografie 1991-2003 Matthew O’Brien

Recensioni